Presentazione del libro “Insegnare a chi non vuole imparare” di G.Bagni e R.Conserva
Giornata di studio rivolta ad insegnanti e psicoterapeuti
Coordinata da Alessia Barbagli (Docente di Lettere) e Elena Monducci (Psichiatra)
Università degli studi “Sapienza”
Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali ex Caserma Sani, aula 9
Via Principe Amedeo 182, Roma
Partecipazione gratuita
Relatori: Elisabetta Amalfitano, Assunta Amendola, Giuseppe Bagni, Alessia Barbagli, Claudia Battaglia, Giuseppe Benedetti, Donatella Coccoli, Rosalba Conserva, Cecilia Di Agostino, Cinzia Fazio, Paola Gramigni, Annelore Homberg, Cecilia Iannaco, Pietro Lucisano, Elena Monducci, Giovanni Moretti, Fernando Panzera, Martino Riggio.
L’incontro propone un confronto tra insegnanti, pedagogisti e psichiatri rispetto alla “mancanza di voglia di studiare” che spesso caratterizza gli studenti. Perché alcuni studenti sembrano non avere la curiosità di imparare? Cosa c’è dietro il disinteresse allo studio? Perché a volte l’impegno scolastico sembra superficiale e discontinuo? Perché alcuni ragazzi improvvisamente vanno incontro a un crollo nel rendimento scolastico? E perché alcuni si ritirano senza terminare gli studi?
I relatori cercheranno di definire e di aprire un dibattito su quali situazioni siano di competenza della pedagogia e della didattica e quali, invece, siano di competenza della psichiatria.
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Le riprese sono divise in 4 parti:
Si ringraziano Floriana e Simone per le riprese e la post produzione.
Associazione culturale bluedesk.org
“Insegnare a chi non vuole imparare” R.Conserva, G.Bagni
L’asino d’oro edizioni
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I momenti di confronto su temi centrali nella realtà dell’insegnamento come, appunto, riflessioni sulle dinamiche psichiche degli studenti, sono occasioni di una formazione che è elemento irrinunciabile per la realizzazione di una scuola di qualità, per quanto non ancora prevista a livello istituzionale. Lavorare a una scuola di qualità, intesa come scuola attenta a ogni singolo studente nella tua totalità, implica anche una capacità di “mettersi in allarme” rispetto a quelle rare situazioni di ragazzi con problematiche psicologiche.
La letteratura psichiatrica mondiale, negli ultimi anni, si è sempre più focalizzata sulla prevenzione delle malattie mentali. Riuscire a intervenire sui “prodromi” di una patologia, offre importanti possibilità di cura che si riducono in modo serio qualora si sia instaurato un quadro clinico grave.
Questa nuova prospettiva di tipo “preventivo” ci racconta come nella popolazione adolescenziale, prevalentemente sana, possiamo individuare alcuni rari casi che presentano situazioni di rischio di sviluppare patologie di diversa gravità. Individuare questi casi e intervenire precocemente può evitare situazioni più serie nel futuro, più o meno, immediato di questi ragazzi. Gli insegnanti rappresentano una risorsa preziosa e forse unica rispetto alla prevenzione in età adolescenziale.
Un dialogo aperto e costruttivo tra insegnanti, pedagogisti e psichiatri può portare a una maggiore chiarezza rispetto alle dinamiche che soggiacciono al fatidico “non ho voglia di studiare” e aprire prospettive di collaborazione che facilitino ai ragazzi che presentano difficoltà psichiatriche importanti l’accesso ad una cura precoce e risolutiva.